Clamoroso. Il giornalista dissidente russo Arkady Babchenko, dato per morto ieri dopo un agguato a colpi di pistola a Kiev, è in realtà vivo e ha appena parlato a una conferenza stampa.

"La mia morte è stata una messa in scena", ha detto, scusandosi e ringraziando tutti coloro che hanno pianto per lui.

Poi è arrivata la conferma del capo dei servizi di sicurezza ucraini. Vasily Gritsak ha detto che l'agenzia ha inscenato la morte del giornalista per smascherare agenti russi che stanno cercando di ucciderlo. Lo hanno colpito più volte, non a morte: a ritrovarlo sanguinante nel corridoio del suo condominio è stata la moglie.

L'incredibile apparizione del reporter - scrittore ed ex militare noto per le sue posizioni critiche nei confronti di Vladimir Putin - è arrivata al termine di una mattinata ad alta tensione, con un pesante scambio di accuse tra Russia e Ucraina.

Il premier ucraino Volodymyr Groisman aveva subito accusato il Cremlino con un post su Facebook: "Sono sicuro che la macchina totalitaria russa non ha perdonato la sua onestà".

Immediata la replica di Mosca: "La dichiarazione del premier ucraino è molto triste", ha dichiarato il capo della diplomazia Sergey Lavrov.

Mentre il portavoce di Putin Dmitry Peskov ha espresso "ferma condanna" e chiesto che si avvii una "reale indagine", e i servizi russi hanno parlato di "provocazione da parte di Kiev".

(Unioneonline/L)

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