È dedicata al provvedimento del Comune di Cagliari - multe salate a chi promuove i suoi prodotti alzando la voce - "L'Opinione" di oggi su Radiolina, affidata al direttore Emanuele Dessì

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Nel giorno in cui Di Maio e Salvini scriveranno a Giuseppe Conte la squadra dei ministri, con il cagliaritano Savona che resta un caso… Nel giorno in cui lo spread rischia di crescere ancora solo per un battito di ciglia dei nostri aspiranti governanti…

Ecco, in un giorno così noi vogliamo sorridere insieme a voi, almeno speriamo, per la decisione del Consiglio comunale di Cagliari di “silenziare” i rivenditori dei mercati civici.

Avete sentito bene! Magari abbasso la voce anche io, non si sa mai. L’assemblea municipale di Cagliari non solo tiene in vita una vecchia disposizione, ma la rilancia: multe da 200 a 800 euro per chi alza troppo la voce. Ma scusate… Non è l’anima del mercato quel pescivendolo che ti “spara” il prezzo “de su giarrettu” dal box all’angolo? O l’offerta sulle triglie mentre leggi i prezzi passando in rassegna gli androni di San Benedetto? O di via Quirra? O di Sant’Elia?

Il provvedimento, nel linguaggio gelido della burocrazia, suona così: “È vietato annunciare la merce o richiamare l’attenzione della clientela con eccessive grida e clamori, tali da arrecare disturbo”. Non è chiarissimo quali saranno gli elementi di valutazione. Chissà, magari metteranno la Var anche al mercato del pesce di Cagliari. Resta da capire se il nome proprio dell’articolo in vendita possa comportare uno sforzo vocale superiore. Ecco, si dovrà urlare di più per promuovere “sa cocciula” o “su pruppu”? Ci lasciamo con questo dubbio.

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