Arriva dalla Regione Lombardia un'iniziativa a favore dei genitori separati, con due bandi che prevedono lo stanziamento di fondi per un valore complessivo di 6 milioni di euro. Misure volute dall'Assessorato alla Famiglia, Genitorialità e Pari opportunità, in attuazione della legge sulla "tutela dei coniugi separati o divorziati, in condizioni di disagio, in particolare con figli minori".

"I genitori separati e divorziati rischiano di entrare nella categoria dei nuovi poveri, bisogna quindi cercare di prevenire questa ipotesi e cercare di star loro vicini", ha commentato il presidente della Regione Attilio Fontana, e l'urgenza del provvedimento diventa ancora più evidente se si considera che nella sola Lombardia padri e madri separate raggiungono circa un milione di persone, più della metà dei quali con figli.

Entrando nel dettaglio delle misure, il primo dei due bandi dispone un contributo di 4 milioni e mezzo di euro per aiutare i genitori "soli" a sostenere le spese di affitto, che in Lombardia e soprattutto nel capoluogo sono tra le più alte d'Italia. Un'opportunità per tante persone in difficoltà, che può coprire fino a un massimo del 30% del canone annuo e che prevede precisi requisiti per i richiedenti: la residenza nella Regione da almeno 5 anni, un reddito uguale o inferiore a 20mila euro, la documentazione che attesti l'avvenuto divorzio, la separazione o l'avvio del procedimento, la presenza di figli minori nati nel corso del matrimonio e, naturalmente, nessuna pendenza giudiziaria a carico.

In parallelo, un secondo bando è destinato al recupero e alla ristrutturazione di immobili in disuso da parte di enti pubblici, associazioni e privati "soli".

Segno di un problema concreto, in Lombardia come altrove, che tocca sempre più famiglie e che coinvolge moltissimi minori in situazioni di disagio se non di vera e propria povertà.

E sono principalmente i padri, stando alle statistiche, a pagare il "prezzo" più caro quando una famiglia si spezza, in termini economici ma non solo, perché sono quelli che più spesso lasciano l'abitazione principale e si ritrovano a dover cercare un'altra sistemazione con le spese relative, che si sommano a quelle di mantenimento dei figli e talvolta di estinzione di mutui accesi con l'ex coniuge, entrando in una spirale che può portare a situazioni al limite della sussitenza, in cui anche la gestione del rapporto coi propri figli diventa impossibile.

(Unioneonline/b.m.)
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