Alla fine il pm milanese Luisa Maima Bollone ha rinunciato al ricorso, e il giudice Maria Rita Cordova ha convalidato il nome Blu che era stato dato dai genitori a una bimba milanese nata lo scorso 29 dicembre.

La decisione è arrivata al termine di una breve udienza a cui hanno preso parte i genitori della piccola assistiti dai loro avvocati.

Una vicenda curiosa, che ha suscitato l'interesse di molti. Ecco com'è andata, è cominciato tutto qualche settimana dopo la nascita della terzogenita di Libaan Bosir Scek Mohamed (ingegnere 36enne di origini somale) e Rosamaria Castiglione, 38 anni, quando l'anagrafe del comune meneghino ha convocato i genitori di Blu per invitarli ad aggiungere un secondo nome alla piccola, in quanto il primo non era sufficientemente identificativo del genere femminile.

I due hanno proposto un nome arabo, Shamsa, ma neanche questo andava bene agli zelanti ufficiali dell'anagrafe: un nome troppo poco diffuso, che non avrebbe permesso di capire immediatamente il sesso della piccola.

Così dagli uffici è partita la segnalazione al Tribunale, e per legge è dovuta intervenire la Procura.

Procura che, nella persona di Luisa Maima Bollone, ha deciso di non presentare ricorso e di lasciare così ai genitori la libertà di dare alla figlia il nome che più gradiscono.

"Mi auguro che nessun altro genitore si veda convocato dalla Procura per decidere di cambiare il nome al proprio figlio", ha detto il papà al termine dell'udienza.

"Sono felice soprattutto per lei, che a 5 mesi ha già vissuto il suo primo giorno di lotta per i suoi diritti. Sembra una questione banale quella del nome, ma nasconde principi molto più grandi che sono quello della libertà e dell'identità", ha affermato invece la mamma.

E giovedì prossimo davanti allo stesso giudice compariranno i genitori di un'altra bimba di nome Blu. La piccola ha un anno e mezzo e deve attraversare lo stesso iter della sua omonima per vedersi riconoscere il proprio nome.

(Unioneonline/L)

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