Il giudice di Monza ha condannato Vittorio Sgarbi a sei mesi di reclusione per aver diffamato, sulle pagine de Il Giornale, il magistrato antimafia Nino Di Matteo.

Condanna a tre mesi per omesso controllo anche nei confronti del direttore del quotidiano Alessandro Sallusti.

Per entrambi la pena è stata sospesa, e ora si attende che in sede civile venga quantificato il risarcimento al magistrato palermitano. Il giudice ha comunque concesso a Di Matteo una provvisionale immediatamente esecutiva di 40mila euro.

"Quando la mafia si combatte soltanto a parole", questo il titolo dell'articolo incriminato, datato 2014. L'urlatore televisivo scriveva: "Riina non è, se non nelle intenzioni, nemico di Di Matteo. Nei fatti è suo complice. Ne garantisce il peso e la considerazione".

E ancora: "Gli unici complici che ha Riina sono i magistrati, c'è qualcosa di inquietante nella vocazione al martirio di Di Matteo".

LA REPLICA DI SGARBI - "Ho detto una cosa oggettiva, e cioè che le intercettazioni in carcere di Riina che chiedeva di uccidere Di Matteo hanno favorito la creazione del mito del magistrato, aumentandone popolarità e tutela", attacca Sgarbi in una dichiarazione a Tgcom. "Questa sentenza è un crimine contro la democrazia, è l'ossequio a un suo collega".

(Unioneonline/L)

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