Mentre continua a salire il bilancio delle vittime degli scontri tra manifestanti palestinesi ed esercito israeliano nelle proteste lungo la Striscia di Gaza, a Gerusalemme si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della nuova ambasciata Usa.

All'appuntamento non ha partecipato personalmente il presidente americano Donald Trump, che ha inviato un messaggio video.

"La nostra più grande speranza è per la pace", ha detto The Donald, aggiungendo che gli Stati Uniti "mantengono il loro impegno per facilitare un accordo di pace duraturo".

"Israele è una nazione sovrana, col diritto di ogni altra nazione sovrana di determinare la propria capitale", ha continuato Trump, ribadendo quanto affermato sei mesi fa, ovvero che "la capitale di Israele è Gerusalemme".

Su Twitter ha poi parlato di un "grande giorno per Israele".

Alla cerimonia è intervenuta invece la figlia del presidente americano Ivanka, che ha preso la parola dopo l'atto con cui il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha fatto cadere il drappo che cela una parte dell'edificio.

Con la first daughter anche il marito Jared Kushner.

Nel suo discorso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha voluto ringraziare The Donald: "Grazie per aver avuto il coraggio di mantenere la promessa. Ricordate questo momento, questa è storia. Il Paese più potente del mondo oggi ha aperto a Gerusalemme la sua ambasciata. Eravamo a Gerusalemme e siamo qui per restarci".

Dopo gli Stati Uniti, altri Paesi hanno in programma di trasferire la loro ambasciata a Gerusalemme. Tra questi il Guatemala, che inaugurerà la nuova sede dopodomani, e il Paraguay.

Stanno inoltre prendendo in considerazione questa opzione anche due Paesi europei, la Romania e la Repubblica Ceca.

(Unioneonline/F)

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