Torna la ultramaratona a tappe "Diabete in cammino... prevenire e curare".

L'iniziativa è organizzata dal servizio di malattie metaboliche e diabetologia dell'Ats-Assl di Oristano in collaborazione con la sezione sarda dell'Associazione nazionale italiana atleti diabetici e il patrocinio dell'Università di Sassari.

Da sabato e fino al 1 maggio medici, infermieri, psicologi della Assl oristanese, insieme ai pazienti diabetici e ai volontari, indosseranno tuta e scarpe da ginnastica e si metteranno in marcia per un percorso a tappe di quattro giorni dall'Argentiera, passando per Stintino fino all'isola dell'Asinara, Porto Ferro e Porto Conte, per un totale di circa 100 chilometri.

Ogni giornata si aprirà con una riunione in cui i diabetologi individueranno la terapia insulinica personalizzata che i marciatori diabetici dovranno praticare a ogni pasto in relazione al calcolo dei carboidrati e all'attività fisica da svolgere.

L'obiettivo è far capire quanto l'attività fisica e un corretto stile di vita siano importanti per prevenire il diabete.

Non è un caso che l'iniziativa nasca a Oristano, provincia che registra circa 9.000 casi di persone affette da diabete di tipo 1 o 2 - una delle percentuali più alte d'Italia -, dove esiste ancora una larga fetta di popolazione a cui la malattia non viene diagnosticata.

Un rischio, questo, perché i soggetti che non sanno di aver sviluppato la malattia continuano ad adottare stili di vita sbagliati, sia per ciò che riguarda il regime alimentare che il movimento.

Per far emergere i casi di pazienti non diagnosticati e intercettare i soggetti a rischio, così da correggere il loro stile di vita prima che evolva nella malattia, negli anni scorsi la ex-Asl di Oristano insieme a quella di Lanusei, aziende pilota a livello regionale, aveva promosso uno screening attraverso un questionario distribuito da medici di famiglia, farmacie, ambulatori di Igiene pubblica e servizi ospedalieri di Diabetologia e Cardiologia a tutte le persone consenzienti dai 35 anni in poi.

Dalle oltre 6000 schede raccolte era emerso che l'81% dei partecipanti all'indagine erano ad alto rischio di contrarre la malattia.

Valeria Pinna
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