"Quando ho visto il video mi sono sentito una nullità. Avevo l'aria di chi vuole fare il bullo, ma io non lo sono". A parlare – ai microfoni delle Iene - è il 15enne protagonista dell'episodio - registrato (e poi diffuso sul web attraverso un telefonino) - avvenuto nella prima classe dell'Istituto "Carrara" di Lucca e che ha portato lui e altri due studenti alla bocciatura, due compagni alla sospensione fino al 19 maggio e uno a una sospensione di meno di 15 giorni.

Ma la diffusione del video ha portato anche altri problemi al giovane: la procura minorile ha aperto un’inchiesta e il ragazzo - a suo dire - viene minacciato.

"Ho ricevuto minacce su Instagram. Anche da gente di quarant'anni, che mi ha mandato messaggi tipo 'vieni a Lucca, a fare il grosso, che ti si ammazza'. Una persona mi ha pure telefonato al cellulare con il numero sconosciuto per minacciarmi. Ora i miei genitori hanno paura e non mi fanno uscire. Al massimo posso andare al campino qui vicino a giocare a pallone".

Il 15enne dice di aver finalmente capito quello che ha fatto e di essere dispiaciuto per il professore e soprattutto per i suoi genitori: "Mi piange il cuore quando vedo quanto soffrono".

Poi racconta che quelle cose in classe "succedevano praticamente tutti i giorni. I compagni mi dicevano: dai, visto che tanto sarai bocciato fai casino. E io mi sentivo un grande. Non sapevo nemmeno che quella scena fosse ripresa, ma tanto spesso facevamo i video. Gli altri però restavano su una chat ristretta di WhatsApp. Questo ha girato tutta l'Italia".

Dopo l'uscita del video l'alunno è andato a scuola a chiedere scusa, racconta di aver parlato un'ora e mezzo con la vicerpreside e di aver cercato il professore vittima delle minacce "ma non mi ha voluto parlare", rivela il 15enne.

(Unioneonline/s.a.)

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