"Non sapevamo nulla, ha fatto tutto a nostra insaputa": la sezione Lida (Lega italiana diritti animali) di Olbia torna sulla vicenda relativa all'arresto del suo custode, avvenuto due giorni fa, con l'accusa di detenzione di armi.

Nella sua roulotte, la polizia ha trovato vario materiale metallico modificato per essere usato come canna per pistola, oltre a cartucce e due pistole giocattolo modificate. Sotto il materasso del letto, poi, c'era un'altra pistola, in perfetto stato, con caricatore, oltre a uno spezzone di miccia con annesso detonatore per esplosivo.

L'uomo, dice il direttivo della Lida, "ha sempre goduto della nostra totale fiducia, teniamo a sottolineare che ha svolto le sue mansioni, compresa quella di guardiano notturno, in maniera integerrima e nel massimo rispetto nei confronti di tutti gli animali ospiti all’interno della struttura".

Al rifugio lavorava da nove anni, ed era stato inserito "usufruendo dell’indulto, fra i tanti soggetti che ci vengono indirizzati dal Comune di Olbia nel programma dei lavori socialmente utili, lo stesso Comune, così come previsto per legge, ha provveduto al pagamento dello stipendio per i primi 9 mesi di lavoro. Per chiunque abbia bisogno di aiuto indifferentemente che sia una persona o un animale, noi ci prodighiamo sempre tenendo in considerazione la sua parte migliore, dando dove possibile una seconda possibilità di recupero. I rapporti sono sempre stati ottimi e di totale fiducia. Invece dopo tanti anni è arrivata questa sorpresa estremamente sgradevole che noi non potevamo, nella nostra notoria onestà, nemmeno immaginare".

Nessun giudizio, chiarisce l'associazione, "semplicemente ci sentiamo traditi e non solo noi, ma tutti i nostri cani che ha sempre detto di amare e che avrebbe difeso contro tutto e tutti. Questa è stata la moneta con cui ha ripagato il loro amore e la nostra fiducia. Noi abbiamo solo dato corpo ad una speranza e cioè dato fiducia ad un essere umano".

"Prendiamo le distanze da quanto accaduto - si legge ancora nella nota - e soprattutto comunichiamo che tuteleremo presso le competenti sedi il nostro nome e gli interessi dei nostri ospiti, da qualsiasi calunnia e attacco gratuito in merito a questa vicenda. Noi siamo e continueremo ad essere i difensori dei randagi che ci onoriamo di salvare ma nello stesso tempo non negheremo mai l'aiuto alle persone bisognose".

(Unioneonline/s.s.)

L'ARRESTO:

© Riproduzione riservata