Vallanzasca, il "bel Renè" resta in carcere: negata la libertà condizionale
Renato Vallanzasca, il bandito protagonista della mala a Milano negli anni Settanta e Ottanta, non può uscire dal carcere.
Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano.
"L'intero percorso del condannato è stato connotato - recita la motivazione - da involuzioni trasgressive imputabili anche alla sua personalità e non appare dunque possibile ravvisare il requisito del 'sicuro ravvedimento', di cui mancano elementi fattuali anche nella relazione di osservazione".
Non risulta, scrivono ancora le toghe, che "Vallanzasca abbia mai risarcito le vittime dei suoi gravissimi reati, né attraverso un almeno parziale ristoro economico (anche quando, lavorando, ne aveva avuto la possibilità) né attraverso altre forme di riparazione".
A chiedere la sua scarcerazione era stata la direzione della casa di reclusione di Bollate, dove "il bel Renè" sta scontando i suoi 4 ergastoli e 296 anni di carcere, ritenendo che fosse "profondamente cambiato" e, "per progredire", dovesse finire di scontare la pena fuori dal carcere in regime di libertà vigilata.
Beneficio ottenuto già nel 2013 e poi revocato dopo l'arresto, l'anno successivo, per il furto di due paia di boxer, di cesoie e concime per piante per un valore di circa 70 euro. Dopo quell'episodio è stato condannato a 10 mesi per tentata rapina impropria e soprattutto al ritorno al regime carcerario.
(Unioneonline/D)
L'EVASIONE DEL 1987: