La clinica San Salvatore di Cagliari torna sulla vicenda, avvenuta qualche giorno fa, della donna morta nella struttura.

Secondo il racconto dei familiari, alla signora era stato somministrato un farmaco a cui era invece allergica, ma per la casa di cura, a seguito di "accurate indagini interne", la conferma è che alla paziente quel farmaco "non è stato somministrato". Tale preparato, si legge in una nota, "non è in ogni caso presente nel prontuario della clinica San Salvatore".

Inoltre, "le condizioni cliniche della signora risultavano particolarmente gravi già al momento delle dimissioni dalla struttura ospedaliera presso cui era in cura e quindi sin dall'ingresso a San Salvatore".

I parenti, prosegue il comunicato, erano già stati "ampiamente informati di tali condizioni cliniche al momento dell'ingresso della paziente, condizioni di cui vi è ampia evidenza nella documentazione sanitaria".

La clinica, comunque, "rimane a completa disposizione delle autorità che si stanno occupando del caso per fare chiarezza su quanto accaduto, fiduciosi che gli accertamenti disposti chiariranno l'assenza di responsabilità in capo alla struttura".

LA VICENDA - Il 24 marzo M.P.M., 76enne sofferente di Alzheimer ma "in buone condizioni generali", dice la famiglia, era stata portata al Policlinico universitario per una broncopolmonite, e il 4 aprile c'era stato il trasferimento alla San Salvatore.

Al momento dell'ingresso, aveva spiegato la figlia, era stato chiaramente indicato che la madre fosse allergica alle penicilline e al farmaco Emagel, che ha gli stessi principi attivi del Gelofusine.

A poche ore dal ricovero, la figlia era stata chiamata d'urgenza e al suo arrivo alla casa di cura aveva trovato la mamma attaccata a una flebo di Gelofusine. Avvisati subito medico e infermiera, la flebo era stata staccata, ma l'anziana era morta nel pomeriggio.

(Unioneonline/s.s.)

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