Sarà una nuova perizia con lo psichiatra Antonio Milia a stabilire se Paolo Enrico Pinna, il giovane di Nule accusato di maltrattamenti nei confronti della mamma, nel maggio del 2015 e nelle settimane successive era in grado di intendere e volere.

Il gup del Tribunale di Nuoro, Teresa Castagna ieri ha accolto le richieste formulate dal legale di Pinna, l'avvocato Angelo Merlini, che già nel procedimento che vedeva il giovane di Nule accusato a Cagliari di evasione dal carcere di Quartucciu aveva chiesto e ottenuto una perizia fatta dallo stesso Milia sulla capacità di intendere e volere del ragazzo. In quell'occasione il medico aveva sentenziato che Paolo Enrico Pinna è "affetto da un disturbo della personalità" che nell'estate 2017 lo aveva "spinto" ad "agire sotto un impulso al quale", in quel momento, "non aveva saputo opporre la necessaria resistenza". All'epoca era "solo parzialmente capace di intendere".

Ora lo stesso psichiatra dovrà stabilire se nei mesi precedenti Pinna capiva ciò che faceva, e quindi può essere processato per i maltrattamenti verso la mamma.

Le accuse sono emerse nell'ambito delle intercettazioni ambientali registrate dai Carabinieri nelle settimane successive al maggio del 2015. Pinna infatti era sotto indagine per gli omicidi di Gianluca Monni avvenuto nel maggio del 2015 ad Orune e la morte di Stefano Masala (il corpo non è mai stato trovato), avvenuto la sera prima a Nule. Omicidi per cui è già stato condannato in Appello a 20 anni.

Fabio Ledda
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