Resta tesa la situazione internazionale dopo l'attacco di Usa, Francia e Gran Bretagna contro obiettivi strategici in Siria.

Una rappresaglia-lampo per "punire" il regime di Bashar al Assad, reo di aver usato armi chimiche per attaccare la roccaforte ribelle di Duma, cui è seguito un duro scontro al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che ha bocciato la risoluzione della Russia, alleata di Damasco, per condannare i raid degli alleati.

Dell'intervento ha parlato oggi il presidente francese Emmanuel Macron, spiegando in tv che Parigi "non ha dichiarato guerra" al leader siriano, ma che i raid sono stati lanciati unicamente per colpire "obiettivi legati alle armi chimiche".

Poi l'affondo contro i russi, definiti "complici" in quello che è accaduto a Duma perché "hanno bloccato i meccanismi previsti da una risoluzione dell'Onu" per impedire l'uso di armi "vietate" in Siria.

Per questo, ha rivendicato Macron, "noi abbiamo avuto la piena legittimità internazionale per intervenire".

Dal canto proprio, Washington rincara la dose, annunciando, per voce dell'ambasciatore alle Nazioni Unite Nikky Haley, l'intenzione di colpire Mosca con nuove sanzioni.

La stessa Haley, in un'intervista a Fox News, ha confermato che le relazioni tra le due potenze restano "molto tese" e che le nuove misure saranno prese a inizio settimana.

Secondo fonti citate dal quotidiano russo Kommersant le nuove sanzioni "saranno imposte semplicemente per il sostegno del Cremlino al presidente siriano Bashar Assad".

E lo stesso Kommersan scrive che l'ambasciatore statunitense John Huntsman avrebbe già inviato una lettera al ministero degli Esteri russo proprio per annunciargli l'intenzione degli Stati Uniti di prendere nuovi provvedimenti.

(Unioneonline/l.f.)

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