Imbalsamata viva per errore, muore dopo 48 ore di agonia
Doveva essere una normale operazione di routine quella di Ekaterina Fedyaeva, 27enne russa.
Ma una semplice rimozione delle cisti ovariche si è trasformata in una lunga e terribile agonia che l'ha portata, nel giro di un paio di giorni, alla morte.
A causa di un clamoroso errore dei medici dell'ospedale di Ulyanovsk infatti, la ragazza è stata imbalsamata per errore. Invece di somministrare soluzione salina, hanno dato a Ekaterina erroneamente della formalina, una soluzione che contiene formaldeide, la sostanza utilizzata appunto per l'imbalsamazione dei cadaveri.
Subito dopo l'operazione ha iniziato a sentire dolori lancinanti Ekaterina, che aveva un'intera vita davanti e si era da poco sposata.
"Mia figlia è stata uccisa - è il racconto della madre a Russia Today - quando sono andata a trovarla dopo l'operazione aveva dolori fortissimi e vomitava. Poi ha iniziato a tremare come una foglia e io l'ho coperta, ma non era freddo: aveva le convulsioni".
I medici, spiega la donna, sapevano del clamoroso errore commesso ma volevano insabbiarlo: "Non hanno fatto nulla per aiutarla, volevano solo che me ne andassi a casa e tacessi mentre la formaldeide erodeva il suo corpo dall'interno".
Solo dopo 14 ore di terribili sofferenze la ragazza è stata messa in terapia intensiva, per poi essere trasferita a Mosca in un ultimo, disperato tentativo di salvarla.
Ma non c'è stato nulla da fare, Ekaterina è morta poco dopo, e proprio lì i familiari hanno avuto la certezza del tragico errore.
Le autorità russe stanno indagando, l'accusa è di omicidio. Intanto quelle sanitarie hanno licenziato il direttore dell'ospedale e il personale medico coinvolto nell'operazione.
Il ministro della Salute Rashid Abdullov ha dichiarato alla stampa russa che i medici avrebbero trascurato di leggere l'etichetta prima di somministrare alla 27enne la sostanza letale.
(Unioneonline/L)