È ricominciata da Roma la battaglia del comitato per l'inserimento nella Costituzione italiana del principio di "insularità" della Sardegna.

Il portavoce Michele Cossa e i referenti del sodalizio hanno partecipato oggi a un incontro a Roma, finalizzato a presentare il progetto di petizione nazionale che si pone l'obiettivo, dopo la bocciatura del referendum, di raccogliere le firme necessarie a una legge di iniziativa popolare sul tema.

Nel corso del convegno, sostenuto da un ampio fronte politico sardo e siciliano, dalla Fasi (la Federazione delle associazioni degli emigrati sardi in Italia) e dall'Ancim (Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole minori), i promotori hanno ribadito le loro istanze.

"Dare finalmente parità di condizioni rispetto al continente - spiegano - significa imprimere una svolta epocale al modo in cui lo Stato ha sempre affrontato il problema delle Isole, cioè pompando ingenti risorse finanziarie, che hanno favorito lo sviluppo di una economia assistita, che si basava quasi unicamente sul sostegno pubblico ed è crollata quando questo è venuto meno. Accanto ad essa sono cresciuti la mala pianta del clientelismo, l'inefficienza e la corruzione, ma non una economia endogena, in grado di reggersi autonomamente".

Per questo l'obiettivo finale deve essere "l'indipendenza economica della Sardegna: una Sardegna che non solo diventa in grado di sostenere se stessa e di offrire a resistenti e ospiti servizi di qualità ma che è in grado di agganciarsi al treno delle regioni più ricche d'Italia e d'Europa".

Dal 7 aprile, dunque, partirà ufficialmente la raccolta delle firme, con banchetti in tutti i capoluoghi delle 20 regioni Italiane e nei 36 comuni aderenti all’Ancim.

Nell'attesa, sono previste numerose manifestazioni di sensibilizzazione in varie città italiane, da Torino a Milano, passando per Napoli e Bologna.

(Unioneonline/l.f.)
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