L'assegno con la firma dell'ex capogruppo di An e PdL in Consiglio regionale utilizzato per acquistare due Rolex è realmente stato manipolato.

Lo ha confermato in aula il perito nominato dal Tribunale che aveva l'incarico di analizzare il cedolino da 6.000 euro firmato da Mario Diana ma con l'intestatario cancellato e poi riescritto.

L'esperto ha chiarito ai giudici che l'assegno reca tre calligrafie differenti: quella della finra dell'ex capogruppo, quella di compilazione dell'ex segretario del gruppo consiliare PdL e una terza, non identificata.

Quella dell'acquisto dei Rolex è una delle imputazioni che vengono contestate dalla Procura a Diana, imputato per peculato aggravato nell'ambito dell'inchiesta sull'utilizzo ritenuto illecito dei fondi riservati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna (sono coinvolti una novantina di ex consiglieri della XIII e XIV legislatura).

L'ex capogruppo - nel fare dichiarazioni spontanee - ha chiesto ai giudici di valutare la regolarità di altre assegni che sarebbero simili a quello manipolato dopo la sua firma. Il 18 maggio è prevista la discussione con la requisitoria del pubblico ministero.

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