Un fotoreporter torinese, il 41enne Mauro Donato, si trova in carcere in Serbia con l'accusa di rapina aggravata.

Stanno lavorando sul caso l'ambasciata italiana a Belgrado e la Farnesina.

Donato è arrivato nel Paese il 10 marzo con un collega freelance, Andrea Vignali, per documentare il fenomeno migratorio e fare un lavoro per il progetto Exodos, una mostra fotografica che sta facendo il giro dell'Italia e che sarà ospitata al Parlamento Europeo.

Nei primi due giorni i reporter sono stati a Sid, cittadina al confine con la Croazia, dove hanno preso contatto con alcuni migranti e ong per documentare il tutto. Poi sono andati a Belgrado per effettuare delle interviste, quindi sono tornati a Sid, dove hanno passato l'ultima notte - quella tra il 15 e il 16 marzo - prima di tornare in Italia.

Arrivati al confine verso le 14 del 16 marzo, racconta Vignali, i due sono stati fermati senza spiegazioni. Dopo qualche ora Vignali è stato liberato, mentre Donato è stato portato in centrale e interrogato fino a mezzanotte, quando è stata formalizzata un'accusa di rapina aggravata dall'uso della violenza.

Riguarda un caso di rapina con accoltellamento nelle campagne intorno a Sid, denunciata da tre afghani che sarebbero stati legati e derubati dei propri averi la notte tra l'11 e il 12 marzo. I tre hanno indicato inizialmente come responsabili sei iraniani, ma tra le foto identificative mostrate dalla polizia c'era anche quella di Mauro Donato, riconosciuto dalle tre vittime.

Tuttavia la foto del reporter è di circa dieci anni fa, e nel frattempo lui è molto cambiato: ha perso i capelli, porta una barba lunga e gli occhiali. E infatti tre giorni dopo il pm ha sentito le tre vittime, che hanno chiarito l'equivoco della foto e riferito che il reporter torinese non era tra i rapinatori.

Tuttavia Donato resta in carcere, e il suo collega Vignali, che aspetta di essere sentito, ancora non è stato convocato dagli inquirenti.

"L'ambasciata di Belgrado, in stretto rapporto con la Farnesina e le autorità locali, segue dal primo momento il caso con la massima attenzione; la rappresentanza sta fornendo ogni possibile assistenza al connazionale, in contatto con i familiari e il legale del signor Donato, in vista della sua prossima auspicata scarcerazione", fa sapere il ministero degli Esteri.

I familiari si dicono "molto preoccupati", perché "nessuno riesce a darci la certezza sia della risoluzione sia delle tempistiche".

(Unioneonline/L)
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