Si conclude con una condanna al Comune di Torino la vicenda della salma di Giovanni Pavone, padre della nota cantante Rita Pavone, andata dispersa nel 2004 durante i lavori di scavo per le esumazioni al cimitero di Torino.

Per quella vicenda il Tar del Piemonte ha infatti stabilito che il Comune dovrà indennizzare i tre componenti della famiglia, assistiti dall'avvocato Mauro Milan, e in particolare con 1.400 euro a tutti per il danno patrimoniale, più 2.500 euro ciascuno per il danno esistenziale.

Erano numerosi i resti dei defunti che andarono perduti durante le operazioni avvenute 14 anni fa. La famiglia, come altre, scoprì la scomparsa dei resti quando venne convocata al cimitero per l'esumazione.

Un'inchiesta della procura concluse allora che, per quel che riguarda il caso di Giovanni Pavone, nella fase di escavazione preliminare la benna utilizzata dagli operai aveva sollevato per errore anche la parte superiore della bara. La successiva ricerca fra i resti umani nei depositi di terra portò a concludere che era impossibile individuare e recuperare quelli appartenenti alla salma.

A pronunciarsi è stato il Tar perché il tribunale civile, al quale si erano rivolti inizialmente i ricorrenti, ha dichiarato il "difetto di giurisdizione". Il Tar afferma inoltre che la responsabilità del Comune "deve ritenersi acclarata", in quanto non risulta che l'area interessata dagli scavi fosse stata interdetta all'accesso dei dipendenti del cimitero, i quali avrebbero dunque potuto (e dovuto) far presente agli operai che i feretri non dovevano essere compromessi prima dell'arrivo dei parenti, fermando i lavori in caso di necessità.

(Unioneonline/v.l.)
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