Dopo il sequestro della nave della Ong spagnola ProActiva Open Arms, sequestrata ieri dal porto di Pozzallo (Siracusa) dopo avere fatto sbarcare oltre duecento migranti soccorsi in acque internazionali, l'equipaggio della nave è stato interrogato.

Il personale di bordo ha spiegato di "essere stato minacciato di morte dalla Guardia costiera libica".

La Procura di Catania, che ha chiesto e ottenuto il sequestro della nave, ha iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, il responsabile dell'Ong spagnola, il Comandante e il coordinatore della nave.

Il sequestro preventivo è stato operato dallo Sco di Roma e dalla Squadra mobile. All'imbarcazione è stato impedito di ripartire per il porto di Malta.

Secondo l'accusa, ci sarebbe la volontà dell'Ong di portare i migranti in Italia violando in questo modo gli accordi internazionali. L'equipaggio si è rifiutato di consegnare i migranti alla Guardia costiera libica.

"Proteggere la vita umana in mare dovrebbe essere la priorità assoluta di qualsiasi corpo civile o militare, perché lo stabilisce il diritto del mare. Impedire il salvataggio di vite a rischio in alto mare per restituire la forza ad un paese non sicuro, come è la Libia, è un rimborso a caldo, contravvenendo allo statuto dei rifugiati dell'Onu. I suoi diritti sono anche i nostri. La nostra massima priorità è e sarà sempre la tutela e la difesa dei diritti umani in mare", ha sottolineato in un post su Facebook, la Proactiva Open Arms -. È ancora solo un'ipotesi di reato ma siamo accusati di Associazione Criminale e di promuovere l'immigrazione illegale per aver disobbedito ai libici, non dando loro donne e bambini".

(Unioneonline/s.a.)

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