"Sì, l'ho uccisa io". Ha confessato Paolo Cugno, il compagno di Laura Petrolito, la ragazza di 20 anni trovata senza vita in un pozzo nei campi attorno a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa.

L'uomo, fermato dopo la macabra scoperta e messo sotto interrogatorio dai carabinieri, ha ammesso le sue colpe, confermando di averla massacrata a coltellate, in preda alla gelosia, provando poi a sbarazzarsi del cadavere.

L'ennesimo femminicidio, dunque, che questa volta ha visto come vittima una giovanissima donna, madre di due figli piccoli.

Un bebè di diciotto mesi, avuto dal suo assassino, e un altro bambino di quattro anni, avuto da una precedente relazione.

Nella notte Cugno è stato portato in carcere e all'uscita dalla caserma dei carabinieri è stato bersagliato di insulti da una folla di persone.

"Sei un assassino!', "Devi marcire in carcere!", "Maledetto!", le grida dei compaesani della giovane all'indirizzo dell'uomo.

Secondo il medico legale Francesco Coco, che ha eseguito i primi accertamenti sul corpo della vittima, Cugno avrebbe inferto alla compagna "almeno 6 coltellate", al collo e al petto, cercando poi di occultare il cadavere, gettandolo nel pozzo in campagna.

Dopo la scomparsa della ragazza, sabato, era scattato l'allarme e nel corso delle ricerche era stata fatta la macabra scoperta.

(Unioneonline/l.f.)

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