Alle pazienti della ginecologia oncologica del Businco di Cagliari non è piaciuta la risposta che la direzione generale dell'azienda Brotzu ha dato alla lettera critica dell'ex consigliera regionale Maria Grazia Caligaris, operata di recente nella struttura.

Così in 36 hanno deciso di dire la loro, firmando un atto d'accusa in cui si scagliano contro la burocrazia sanitaria regionale che pensa solo ai conti e alle performance, dimenticandosi dei malati.

"La dottoressa Caligaris - scrivono Maria Cinzia e altre 35 firmatarie del j'accuse - evidenzia, con grande cura e attenzione, la missione impossibile di una struttura ospedaliera (quella sotto la illuminata guida del dottor Antonio Macciò) posta in trincea anche contro i limiti e le lacune di una annosa inefficienza della programmazione sanitaria in Sardegna".

Di contro - aggiungono - la risposta del Brotzu "in classico lessico e forma burocratica, copre il tutto con una selva di 'stiamo facendo', 'abbiamo previsto', 'dobbiamo migliorare', 'nell'interesse dei pazienti' e ogni altro dire, per giustificare le lacune, le disattenzioni e la superficialità che allontanano anni luce, e non da oggi, la programmazione della cura sanitaria dall'angoscia e dalla sofferenza di chi aspetta quella cura".

E concludono con un appello: "La riforma della Giunta regionale ha aggravato le cose - denunciano -, ha colpito i livelli più bassi proteggendo i condizionamenti derivanti dalle scelte di lobby che da sempre condizionano la sanità sarda e forse non solo questa. Non si tratta di invocare nuove strutture o sperare in fatti miracolistici, servirebbe un approccio più semplice: quello di porre al centro i pazienti, uscire dalle scrivanie ovattate e passare qualche mezzora nelle sale di attesa delle nostre strutture sanitarie, imparare e acquistare la forza per farne tesoro".
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