I suoi occhi stanchi vedono solo ombre lontane ma sanno ancora dove posarsi: inseguono le corse dei nipotini tra i divani di casa e si spalancano ciechi davanti alla luce del sole. Nelle ultime settimane hanno pianto due volte: la prima di dolore, la seconda di gioia. Annunziata Stori, classe 1922 pensionata di Perdasdefogu, è stata sottoposta con successo a un intervento chirurgico per la rimozione di un carcinoma infiltrante della vulva che le procurava dolori atroci. Ecco, quando Antonio Macciò - 61 anni, primario del reparto di ginecologia oncologica dell'ospedale Businco dal 1999 - le ha parlato della speranza che l'operazione le avrebbe regalato, Annunziata ha avuto paura. Ha detto subito "no" ed è scoppiata in lacrime.

LA RICERCA DEL SORRISO - "All'inizio era contraria. Non voleva sentirne parlare. Ma poi abbiamo creato un legame, un rapporto. Bisogna essere affettuosi. Quel che ritengo giusto è riconoscere la stessa dignità alla vita di una donna di 96 anni come a quella di una di 30. Fino al momento della morte - che non sappiamo mai quando arriverà - noi, come oncologi, abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per la ricerca del sorriso, che non è un progetto estemporaneo ma racchiude una fortissima scientificità", spiega il medico nello studio al settimo piano dell'ospedale di via Jenner tra piante, statue di Buddha, crocifissi, madonne e rosari. "Tutto quel che può tornare utile per accumulare energia all'interno di una terapia della dignità".

Annunziata Stori intanto è tornata a casa, dal figlio Mario e la nuora Marcella. Nel primo pomeriggio risponde al telefono con la voce di una bambina allegra e per prima cosa pensa al dottore che le ha restituito il pezzetto di vita che ancora le spetta. "Lo ringrazio tanto, tantissimo. Mi sono rivolta a lui con amore e con collaborazione. Ringrazio lui e tutti quelli del reparto perché mi hanno trattato tanto bene". La convalescenza è stata complicata da una coda di influenza che la costringe a stare a riposo, ma la febbre è passata e tra qualche giorno sarà dal dottor Macciò per la visita di controllo.

L'INTERVENTO - Il 23 febbraio scorso all'équipe medica è servita circa un'ora per eseguire l'operazione di rimozione del tumore e di ricostruzione dell'uretra e Annunziata Stori è rimasta sveglia e collaborativa per tutto il tempo. "Abbiamo eseguito l'intervento in anestesia loco-regionale. La paziente ha reagito da subito molto bene. Non potevamo lasciare che trascorresse il tempo che le resta da vivere in quelle condizioni, il carcinoma aveva una sintomatologia dolorosissima. Fatta questa scelta, sia chiaro che la bravura è un dovere non una possibilità", continua il primario. Il figlio della pensionata conferma tutto. "Quando mia madre ha rifiutato l'intervento ero molto preoccupato, stava soffrendo tanto e non sapevamo cosa fare. Poi il dottore le ha parlato del diritto a una vita dignitosa. Non so come, ma l'ha convinta e per me quel giorno era comunque un giorno bello perché di fronte a certe situazioni si accettano anche i rischi. Ma quando ho visto mia madre uscire dalla sala operatoria con il sorriso, ho capito che era stata la scelta giusta. È sempre rimasta sveglia, fosse stato per lei avrebbe chiacchierato anche durante l'operazione". Il ricovero si è risolto in una settimana durante la quale la nonnina ogliastrina è diventata la mascotte del reparto, tra donne che come lei lottano per sopravvivere alla malattia o, almeno, per conquistare condizioni di vita che siano dignitose fino alla fine.

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