Non c'era solo la salma di Enzo Ferrari nei piani della banda sarda che intendeva portare a termine il clamoroso furto per poi chiedere il riscatto, ma in un'intercettazione compare anche il nome di Luciano Pavarotti.

L'obiettivo dei banditi, che sono stati scoperti dalla direzione distrettuale antimafia di Cagliari l'anno scorso, era quello di avere a disposizione più denaro da impiegare poi in altre attività, come il traffico di armi e droga.

A parlare, nella conversazione registrata, sarebbero Giovanni Antonio Mereu, noto come Caddina, e alcuni suoi complici.

L'allarme sul piano relativo al furto della salma di Enzo Ferrari al cimitero di San Cataldo, Modena, era stato rilanciato dai carabinieri, ed era confermato da una serie di sopralluoghi che i componenti dell'organizzazione - che avevano una delle basi a Orgosolo - avevano effettuato. Non solo, anche le modalità erano già state organizzate: il "colpo" doveva essere effettuato di notte con due auto in un furgone. Dopo l'irruzione nella cappella privata, la salma doveva essere portata via e nascosta in un luogo sicuro sull'Appennino.

Una raffica di arresti aveva però decapitato i vertici della banda, e proprio pochi giorni fa, nel capoluogo sardo, si è chiusa l'udienza preliminare con 15 persone rinviate a giudizio, otto patteggiamenti e altre 18 che hanno preferito l'abbreviato, compreso Giovanni Mereu.

(Unioneonline/s.s.)

IL PIANO PER RUBARE LA SALMA DI FERRARI:

GLI ARRESTI:

L'UDIENZA PRELIMINARE:

© Riproduzione riservata