È stato presentato all'ospedale San Martino il "monitoraggio dei servizi sul territorio - fuori dall'ospedale e dentro le mura domestiche", un'iniziativa promossa da Cittadinanzattiva anche a livello nazionale. Da febbraio a maggio 2017 sono stati distribuiti alcuni questionari ai malati e alle famiglie (l'analisi è stata effettuata in tutta Italia, in Sardegna ha coinvolto Oristano e Cagliari) per cercare di fotografare il funzionamento dei servizi sanitari sul territorio e individuare i reali bisogni dei pazienti.

È emerso che manca una vera cerniera tra l'ospedale e l'assistenza sul territorio, ci sono ancora troppe difficoltà a garantire la continuità assistenziale.

Alla Assl oristanese l'82 per cento degli intervistati ha valutato come accettabili le procedure per l'attivazione dei servizi di assistenza domiciliare, il 78 per cento dei pazienti dichiara di aver utilizzato la terapia del dolore; il 60 per cento soffre di piaghe da decubito e molti lamentano l'assenza di un supporto psicologico.

Lunghi i tempi per la fornitura dei presidi sanitari: da 15 a più di 30 giorni per il materasso antidecubito, la carrozzina ma anche per i farmaci indispensabili.

Il 70 per cento ha dovuto integrare a proprie spese le prestazioni fornite a causa dei ritardi: il 13 per cento spende più di mille euro al mese.
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