Sessanta giorni di tempo per valutare le condizioni psichiche di Giovanni Murru.

Per accertare, nello specifico, se l'assassino di Federica Madau - la giovane moglie, che aveva deciso di separarsi da lui - sia capace di intendere e di volere: oggi e, soprattutto, quella maledetta sera del 2 marzo dell'anno scorso quando le sferrò 10 coltellate mortali alla gola.

Li ha chiesti il medico specialista Diego Primavera, nominato perito dal giudice Ermengarda Ferrarese, la quale ha fissato l'udienza al prossimo 31 maggio per conoscere l'esito del suo accertamento.

A chiedere una perizia era stato l'avvocato Gianfranco Trullu, che difende l'uomo accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di coniugio: il legale aveva scelto il rito abbreviato (che consente all'imputato di beneficiare della riduzione della pena di un terzo rispetto a quella prevista, ma comporta che il giudizio si basi sui risultati delle indagini già svolte dopo il fatto dalla Polizia di Iglesias, senza ulteriori prove) subordinato all'accertamento dell'incapacità assoluta al momento del tragico fatto.

Oltre al perito del Tribunale, ci saranno i consulenti delle parti: Giampaolo Pintor per la Procura, Giovanni Salotto per gli avvocati Annarella Gioi e Alessandra Ibba (in rappresentanza delle bambine e dei genitori di Federica), Chiara Bandecchi per l'avvocato Duilio Ballocco (parte civile per conto di Sonia, sorella della vittima), mentre la difesa ha incaricato Antonio Laddomada.
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