A un mese esatto dalla strage nel liceo di Parkland, in Florida, dove Nikolas Cruz, ex studente, ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone, gli studenti sono tornati a manifestare contro le armi.

Sono arrivati fino alla Casa Bianca, si sono voltati di spalle all'edificio e sono stati in silenzio per 17 minuti, tanti quante sono le vittime della sparatoria.

E proprio nel giorno delle manifestazioni, si vedono i primi effetti della trovata di Donald Trump, che aveva proposto - come deterrente per evitare le stragi - di armare i professori.

Li ha sentiti sulla sua pelle un ragazzo di 17 anni della Seaside High School nella Monterrey County, in California, ferito al collo durante una lezione sulla sicurezza tenuta da un professore, che è anche riservista della polizia.

Il docente ha puntato l'arma verso il soffitto e dato il via alle manovre per estrarre i proiettili dal caricatore, quando è partito un colpo che ha centrato in pieno il soffitto, finendo per ferire il 17enne.

Non è chiaro se il ragazzo sia stato colpito da frammenti di proiettile o dai detriti.

Infuriato il padre del giovane, intervistato da un'emittente televisiva locale, ha dichiarato quanto segue: "È una cosa folle, avrebbe potuto davvero finire molto male. Il ragazzo è scosso ma starà bene: io sono arrabbiato perché nessuno della scuola ci ha detto niente e abbiamo dovuto chiamare noi la polizia per denunciare il fatto".

Il capo della polizia locale si è detto "preoccupato" dal fatto che il docente "stesse mostrando un'arma carica in classe". "Indagheremo sulla vicenda", ha aggiunto.

(Unioneonline/L)
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