Il suo nome scientifico è orobanche ma è definito "lupo delle fave", per la sua azione letale nei confronti di questa e altre leguminose.

A Serrenti, dove la coltivazione di fave e piselli tradizionalmente molto praticata è tornata da qualche anno in auge grazie ad un progetto ("Serrenti coltiva") che prevede contributi economici per gli agricoltori, l'orobanche è temutissima.

Un parassita terribile, che vive a spese dell'apparato radicale della fava che, proprio quando è vicina alla produzione, perde vigore e rinsecchisce.

"L'orobanche è un'infestante che rischia di far scomparire la fava per sempre", valuta Maura Boi, consigliera comunale di Serrenti. Boi, collaboratrice della Cia provinciale, e i coltivatori di fave serrentesi sono decisi a portare la questione dell'orobanche sul tavolo dell'assessore regionale dell'Agricoltura.

"Ho incontrato Matteo Frau, presidente provinciale della Cia con il quale collaborerò nel gruppo Donne in campo, e la questione dell'orobanche è una delle istanze da porre all'assessorato.

Un Comune come Serrenti, produttore di leguminose, pretende uno studio specifico sul lupo delle fave", anticipa Maura Boi.

A Serrenti, la coltivazione delle fave, specie per l'alimentazione del bestiame, ha ripreso vigore negli ultimi anni. Il perché lo spiega il primo cittadino Mauro Tiddia: "Quest'anno abbiamo rifinanziato, con 18mila euro, il programma Serrenti coltiva che prevede un contributo di 200 euro ad ettaro per la coltivazione delle leguminose. In questo modo intendiamo incoraggiare una coltura importantissima per la campagna: fava e pisello fertilizzano il terreno e rappresentano una voce fondamentale delle derrate alimentari per il bestiame, che altrimenti viene acquistata fuori dall'Isola", argomenta il sindaco Tiddia.

Nel 2014 e 2015, i primi due anni del progetto Serrenti coltiva una cinquantina di coltivatori hanno ottenuto i contributi comunali per la semina delle leguminose. "In questa annata con i 18 mila euro stanziati potranno essere coltivati 90 ettari", aggiunge Maura Boi.

Tutto messo in pericolo dal lupo delle fave.
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