Trenta bambini respinti a Elmas, una ventina a Monserrato, circa dieci a Villasor, meno di venti a Cagliari, qualche caso sporadico nel resto della provincia. Sono i numeri del day after dell'obbligo delle vaccinazioni: entro il 10 marzo i genitori dei bimbi che frequentano la scuola per l'infanzia dovevano produrre il certificato di avvenuta vaccinazione, pena l'esclusione dall'asilo.

Eppure i bambini non in regola, nella quasi totalità, non sono figli di genitori no vax. Semplicemente sono vittime inconsapevoli della burocrazia.

Emblematico è il caso di Elmas: chiuso da tempo il "punto vaccinazione" del paese, i genitori sono stati costretti a portare i figli nell'ambulatorio Assl di Assemini a cui fanno riferimento anche altri centri dell'hinterland cagliaritano.

Non solo: quegli uffici sono aperti solo due volte alla settimana e i genitori devono fare due file, una per far vaccinare i propri figli, l'altra per ritirare il certificato. Diverso il caso di Monserrato: al controllo effettuato sabato, una quarantina di bambini erano risultati non in regola.

I genitori avevano prodotto documenti sbagliati. Già stamattina, al suono della campanella, una ventina di loro hanno portato la certificazione regolare e sono così riusciti a evitare un giorno di vacanza forzata ai figli. Residuali i casi di bimbi non regolari a Cagliari: in tanti istituti comprensivi tutti hanno portato la documentazione necessaria.

In altri, solo pochissimi casi. Due anche nella scuola di via Castiglione, balzata agli onori della cronaca nazionale perché un genitore fece ricorso al Tar (uno dei primi casi in Italia) contro le vaccinazioni obbligatorie. Un ricorso che fu rigettato dal tribunale amministrativo.

Marcello Cocco

LA POLEMICA:
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