C'è un attacco chimico dietro la morte di un bambino e altre 13 persone in un villaggio dell'enclave ribelle Ghouta, a est di Damasco.

"Dopo il lancio di un razzo da un aereo, sono stati riferiti 14 casi di soffocamento nella regione di Chifouniyé, che hanno portato alla morte di un bambino. Una donna è in condizioni critiche", riferisce ad Afp il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahmane.

Il medico che ha curato queste persone riferisce che "uno dei pazienti, di tre anni, è morto per asfissia" e spiega che "la maggior parte dei pazienti hanno odore di cloro sui vestiti e sulla pelle, e molti hanno difficoltà respiratorie, irritazioni agli occhi e alla pelle".

Mosca, alleato di Damasco, punta il dito contro i ribelli: "Preparano una provocazione prevedendo il ricorso a sostanze tossiche per accusare le forze governative di usare armi chimiche contro la popolazione civile", ha dichiarato il ministero della Difesa russo in un comunicato diffuso oggi.

L'INTERVENTO DELLA TURCHIA - Intanto la Turchia ha dispiegato unità delle forze speciali di polizia nella regione di Afrin in Siria, in previsione di combattimenti con la milizia curda Unità di protezione del popolo (Ypg).

Lo ha annunciato il governo turco, tramite il portavoce Bekir Bozdag, sull'emittente Ntv: "Il dispiegamento delle forze speciali avviene nel quadro dei preparativi per la nuova battaglia che si avvicina".

L'offensiva lanciata da Ankara - ha detto Erdogan - è mirata a "ripulire dai terroristi" l'area, in modo che i rifugiati siriani possano tornare nel loro Paese. Il governo turco, che dunque non ritiene di essere coinvolto nella tregua umanitaria di 30 giorni chiesta dal Consiglio di sicurezza Onu in Siria, chiama "terroristi" le milizie curde.

(Unioneonline/D)

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