L'immobiliarista Danilo Coppola è stato condannato a sette anni per bancarotta dai giudici del Tribunale di Milano in relazione ai crac di tre società, tra cui Porta Vittoria spa.

I giudici hanno disposto che l'imprenditore, noto ai tempi dell'indagine sui 'furbetti del quartierino", debba versare 153 milioni a Porta Vittoria spa e 50 milioni a Gruppo Immobiliare.

Per il difensore di Coppola, l'avvocato Luca Ricci, si tratta di "una sentenza che non possiamo condividere e che certamente sarà impugnata".

"Ho discusso per oltre 9 ore e sono convinto che ci fosse spazio per contrastare l'impostazione dell'accusa", spiega il legale, "attendiamo le motivazioni e poi faremo certamente appello".

I pm Mauro Clerici e Giordano Baggio avevano chiesto una condanna a sette anni e la confisca di beni per 664 milioni. Quest'ultima richiesta non è stata accolta dai giudici.

Coppola è stato inoltre assolto per il reato di sottrazione fraudolenta di beni al fisco e per l'aggravante del carattere transnazionale.

Nel 2008 Coppola era già finito nel mirino della giustizia, sempre per bancarotta, e dopo il carcere a Regina Coeli aveva scontato gli arresti domiciliari in Sardegna a Liscia di Vacca, in Costa Smeralda.

(Unioneonline/F)
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