Neanche nel giorno dell'ultimo saluto al mondo - che con lei è stato così crudele - ha trovato pace Jessica Valentina Faoro, la 19enne uccisa a coltellate a Milano dal tranviere 39enne Alessandro Garlaschi perché aveva rifiutato un suo tentativo d'approccio.

Tensioni, litigi e attimi di paura anche durante il funerale. Un applauso corale ha accolto l'arrivo della bara fuori dalla basilica San Protaso, ma questo non è bastato a placare i dissidi pregressi che c'erano tra gruppi di parenti e conoscenti della ragazza.

Tensioni che sono esplose quando Alessandro - ex fidanzato di Jessica - detenuto nel carcere di Busto Arsizio è arrivato in chiesa scortato dagli agenti della polizia penitenziaria. "Ti ammazzo, ti ammazzo. Devi morire pezzo di m..." gli ha urlato contro Annamaria, mamma di Jessica, convinta che il ragazzo sia uno dei maggiori responsabili della vita travagliata di sua figlia.

Gli agenti gli hanno fatto lasciare la chiesa, ma Alessandro ha avuto il tempo di lasciare un mazzo di rose bianche e rosse sull'altare, con un messaggio: "Ti ho amata, ti amo e ti amerò per sempre".

Alla fine del funerale la madre di Jessica ha anche accusato un malore ed è svenuta.

Tensioni anche politiche all'uscita dalla chiesa, vista la presenza dell'assessore alle Politiche Sociali del comune di Milano Pierfrancesco Majorino e di alcuni consiglieri comunali: "Ergastolo e pena di morte per l'assassino" hanno urlato alcuni presenti. Altri si sono rivolti direttamente ai politici presenti: "Vergogna, venite qui solo a farvi pubblicità. Dov'è il sindaco? Dov'è la Boldrini? Non è qui perché non siamo africani e con noi non ci guadagna".

LE PAROLE DEL PARROCO - E allora l'unico che ha veramente reso onore a Jessica nel giorno dell'ultimo saluto alla ragazza è stato don Paolo Zago: "Un assurdo e orrendo gesto. Una violenza frutto della cultura di questo tempo che dichiara l'assoluta dittatura degli istinti e delle emozioni sulla verità e la ragione. Un tempo che ha trasformato le voglie in diritti", ha scandito il parroco. E ancora: "Jessica è vittima di questa violenza, ma con il suo no ha compiuto un gesto di redenzione della sua e della nostra vita, di tutti. Il suo non è solo l'ennesimo femminicidio, Jessica con il suo no è molto di più: è un grido di speranza, è il mistero di una croce. Jessica ci incoraggia a dire no alla cultura di morte, ci ricorda che è ancora possibile dire di no anche a costo della vita".

(Unioneonline/L)

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