La Marina militare "non ha intrapreso alcuna azione disciplinare" nei confronti di Emiliano Boi, il maresciallo sardo in servizio a La Spezia finito nei guai per aver denunciato che, secondo la sua versione, i marinai bevevano acqua pericolosa, con tracce di sostanze cancerogene, sulla nave militare Caio Duilio.

A chiarirlo è una nota della stessa Marina, la quale spiega che per quanto riguarda la potabilità dell'acqua a bordo delle unità militari, già dal 2004 sono state avviate le attività per dotare i mezzi "impianti di produzione, distribuzione e gradevolizzazione dell’acqua in linea con la normativa in vigore. Tali impianti infatti, composti da dissalatore ad osmosi inversa, sistema di potabilizzazione e sistema di clorazione, rispondono ai requisiti vigenti e subiscono controlli periodici, mediante specifici esami di laboratorio, per verificarne costantemente la rispondenza alle regolamentazioni riconosciute a livello nazionale e internazionale, previste anche per le navi adibite al trasporto commerciale e passeggeri".

Inoltre i controlli, quando non possono essere effettuati dai laboratori della Marina, "vengono esternalizzati a laboratori certificati".

Ma, si precisa, "vista anche la complessità degli impianti", non è possibile escludere che possano verificarsi "temporanee e contingenti anomalie di funzionamento o eventi fortuiti, come può accadere in ogni comunità e per ogni sistema ad elevato tasso tecnologico".

Il processo per Boi, originario di Carbonia, era previsto per metà gennaio, ma è stato rinviato a fine febbraio.

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata