Il bando per l'assunzione di sette ricercatori sardi all'estero, meglio noto con il nome "Rientro dei cervelli", emanato dall'Università di Sassari nel 2012, rischia un epilogo infausto.

La direzione generale della Pubblica istruzione dell'Assessorato regionale di Viale Trieste a Cagliari ha inoltrato lo scorso 12 gennaio un fascicolo alla Procura della Repubblica al fine di chiarire alcuni aspetti della procedura concorsuale.

Per questo motivo la Regione ha temporaneamente sospeso l'ultima tranche di pagamento, il saldo finale pari a poco meno di 500mila euro, in favore dell'Università di Sassari in attesa di un chiarimento della vicenda, che fin da subito ha mostrato più di una criticità.

Sul progetto, infatti, si sono abbattuti ricorsi di ricercatori esclusi e numerose interrogazioni sia in Parlamento che in Consiglio Regionale.

Allo scopo di favorire il ritorno in Sardegna di docenti e ricercatori sardi che avessero maturato importanti esperienze professionali all'estero, la selezione pubblica bandita dall'Ateneo sassarese si rivolgeva a laureati, italiani o stranieri, nati o residenti in Sardegna o figli di genitori nati o residenti in Sardegna.

Ma l'esito finale dell'iniziativa non ha trovato il gradimento di tutti i partecipanti e così è partito un braccio di ferro nelle aule giudiziarie.

Qualora la Procura ravvisasse estremi di reato procederà con l'apertura di un fascicolo e con gli adempimenti del caso.

L.P.
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