Gli Stati Uniti sono ancora sotto choc per il massacro di Parkland, in Florida, dove uno studente - Nicolas Cruz, 19 anni - ha aperto il fuoco contro compagni e professori, mietendo 17 vittime.

Dopo la carneficina, l'ennesima, si è riaperto il dibattito sulla facilità di accesso alle armi da fuoco.

E i giovani sopravvissuti sono scesi in piazza in prima persona per protestare contro l'ostruzionismo della National Rifle Association, la potente lobby pro armi, al giro di vite auspicato da molti.

Non solo: per il 24 marzo è stata organizzata una grande manifestazione a Washington, alla quale sono attese centinaia di migliaia di persone.

Intanto, anche il presidente Donald Trump ha aperto alla possibilità di una stretta sulle armi.

Secondo quanto riferito dalla protavoce Sarah Sanders, il numero uno della Casa Bianca sarebbe infatti favorevole a inasprire i controlli sui "background checks", ovvero i requisiti per l'acquisto di fucili e pistole.

Lo sgomento per la carneficina di Parkland sta muovendo le coscienze anche tra i più strenui sostenitori del diritto a girare armati, sancito dal Secondo emendamento della costituzione americana.

Ha fatto il giro dei social, ad esempio, il video che ritrae Scott-Dani Pappalardo, un uomo di New York appassionato di tiro a segno e habituè dei poligoni, che fa a pezzi il suo fucile con una motosega, spiegando: "Ho preso una decisione, voglio essere certo che la mia arma non sarà mai in grado di uccidere una vita".

LA MOSSA DI TRUMP - "Ho firmato un memorandum per l'attorney general, con l'obiettivo di mettere fuorilegge i dispositivi che trasformano un'arma in un'arma automatica"

Sono le parole del presidente Donald Trump che, nel discorso introduttivo in una cerimonia per la consegna di 12 medaglie al valore, fa riferimento all'iter per vietare la commercializzazione dei dispositivi che consentono di modificare un'arma e trasformarla in un'arma automatica, come il bump stock usato ad ottobre nella strage di Las Vegas.

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(Unioneonline/l.f.)
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