"Non si può perdere la vita per un pugno di soldi guadagnati con la fatica del lavoro e non è giusto che non ci siano responsabili".

Gavina Marras Medas, madre di Simone, l'operaio di Iglesias morto il 31 luglio del 2007 all'Eurallumina, manifesta il suo disappunto a conclusione del lungo iter giudiziario che ha visto imputati cinque dirigenti dello stabilimento di Portovesme.

La vicenda processuale si è chiusa con l'assoluzione, dopo il terzo processo d'Appello, dell'ingegnere Diego De Vecchi, capo sezione unità operativa Bayer, l'impianto dove Simone stava lavorando.

Per la madre del giovane operaio non è stata fatta giustizia. Lo dice, parlando con L'Unione Sarda, davanti al monumento dedicato ai caduti sul lavoro che lei e il marito Raffaele Medas hanno donato alla città dopo la tragedia che li ha colpiti.

Simone era felice per quel contratto, seppure fosse a termine, e non poteva certo immaginare che il lavoro gli sarebbe costato la vita.

Il giovane, mentre era impegnato nella pulizia dei filtri, è rimasto schiacciato fra i tubi e una gigantesca pressa. Da Diego De Vecchi nessun commento: "Massimo rispetto per i familiari".

L'INTERVISTA ALLA MAMMA DI SIMONE:

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