Colpo di scena in Sudafrica.

Il presidente della Repubblica Jacob Zuma ha annunciato le sue dimissioni durante un discorso televisivo alla Nazione rispettando l'ultimatum che gli era stato dato dall'Africa National Congress, il partito che guida il Sudafrica dalla fine dell'apartheid.

"Ho deciso di dimettermi dal ruolo di presidente della Repubblica con effetto immediato, anche se sono in disaccordo con la direzione della mia organizzazione - ha detto il Capo di Stato -. Devo accettare che il mio partito e i miei compatrioti mi vogliono mandare via", ha dichiarato Zuma, sottolineando tuttavia di essere "sempre stato un membro disciplinato dell'Anc".

Martedì il suo partito, l'Anc, gli aveva chiesto di dimettersi, Zuma aveva rifiutato e il Congresso aveva risposto facendo sapere che (oggi) avrebbe presentato una mozione di sfiducia contro di lui.

Negli ultimi anni Zuma, 75 anni, che è al potere dal 2009, ha progressivamente perso l'appoggio all'interno del partito a causa di una lunga serie di scandali e casi di corruzione.

In seguito alle dimissioni di Zuma, Cyril Ramaphosa è stato eletto presidente durante una seduta del Parlamento sudafricano a Johannesburg.

Essendo l'unico candidato, non è stato necessario un voto ma solo la proclamazione da parte della presidenza dell'Assemblea.

Guiderà il Paese fino ad aprile 2019, quando il Sudafrica andrà alle elezioni.

(Unioneonline/s.a.)

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