Dopo un anno di siccità alle spalle e una stagione con poche precipitazioni, cresce la sofferenza delle aziende agricole del Sulcis-iglesiente.

Con gli invasi ancora a secco, le oltre quattromila aziende del territorio, temono un'altra situazione drammatica per la nuova stagione irrigua.

"Aumenta la preoccupazione, perché in queste condizioni non è possibile programmare il lavoro in azienda - sostiene Efisio Perra, vicedirettore di Coldiretti Cagliari, che aggiunge - Le piogge continuano a non arrivare, per questo riteniamo fondamentale lavorare su forme alternative".

Questo è il tema della riunione che si è svolta, giovedì scorso, tra Perra, Sergio Lai (vicedirettori di Coldiretti Cagliari), Elisabetta Secci (responsabile regionale di Donne Impresa), Nicola Obino (segretario locale), e i presidenti dell'organizzazione del territorio.

Dall'incontro sono emerse diverse proposte, molte delle quali già avanzate da tempo: "L'utilizzo delle acque reflue nel sistema irriguo, l'approvvigionamento dai pozzi minerari e da pozzo Ceramica, l'utilizzo delle acque del comprensorio di San Giovanni a Domusnovas e il collegamento all'invaso di Genna Abis", elenca Nicola Obino.

Nel corso della riunione sono state evidenziate anche altre criticità che affliggono il comparto agricolo: ritardo nei pagamenti dei premi comunitari, lingua blu e peste suina.

Conclude il triste quadro del settore Maria Beata Murtas, presidente di Coldiretti Fluminimaggiore, che sottolinea: "Abbiamo diverse pratiche bloccate a causa del refresh, problema che, sommato agli altri, contribuisce a peggiorare la situazione già precaria delle nostre aziende".

© Riproduzione riservata