Un'altra dichiarazione quanto meno sopra le righe, e un'altra ondata di indignazione contro il presidente filippino Rodrigo Duterte, finito ancora sotto attacco per aver incoraggiato la violenza contro le donne.

Ai soldati dell'esercito filippino, questa volta, ha detto che nel caso avessero a che fare con qualche donna armata sono autorizzati a "sparare ai loro genitali".

Sì, proprio così. Perché, ha anche aggiunto, "senza quelli, sono inutili".

Parole, queste, pronunciate durante un discorso a una platea di ex ribelli comunisti, tra cui 48 donne, la scorsa settimana a Manila, la capitale del Paese.

La trascrizione ufficiale dell'intervento riporta al posto della parola "vagina" dei trattini, ma l'esatto termine usato, ben più volgare, è stato riportato dalla stampa locale.

Secondo Emmi De Jesus, del Gabriela Women's Party, le osservazioni confermano solo che Duterte è "il più pericoloso macho-fascista nel governo in questo momento".

"Sta spingendo pericolosamente le forze armate delle Filippine a commettere sanguinose violazioni dei diritti umani e gravi abusi del diritto umanitario internazionale", ha detto.

L'organizzazione Human Rights Watch ha osservato che non è la prima volta che Duterte pronuncia "dichiarazioni misogine, denigratorie e umilianti" sulle donne. "Incoraggia le forze statali a commettere violenze sessuali durante il conflitto armato, che è una violazione del diritto internazionale umanitario".

(Unioneonline/m.c.)
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