"Intensità del fruttato, dell'amaro e del piccante". Così nel centro Agris di Villasor certificano l'olio di oliva extravergine dell'Isola: Dop e Biologico.

Otto assaggiatori ben addestrati, guidati da Piergiorgio Sedda (il capo del Panel_test), con "l'analisi sensoriale, e metodi scientifici, certificano gli oli della Sardegna". Tra gli operatori che si rivolgono al centro ci sono olivicoltori, frantoiani e confezionatori (un centinaio) che aderiscono alla filiera della Dop dell'olio sardo.

"Il nostro è un lavoro che si ripete ad ogni annata: gli operatori si rivolgono a noi per ottenere la certificazione del proprio olio", spiega Piergiorgio Sedda. Dal prelievo fino al sigillo dei serbatoi: tutto è svolto all'insegna della rigida trasparenza, e garanzia. Anche il trasporto, in borse frigo a temperatura controllata, è svolto secondo il disciplinare della Dop.

"Solo il 3 per cento viene certificato e questo è un peccato perché come regione a vocazione turistica dovremmo essere in grado di avere un'offerta di olio Dop di qualità: con un valore aggiunto, in grado di staccarsi dall'olio di massa", spiega però Martino Muntoni, direttore del centro. Insomma: sulle tavole dei ristoranti si serve più olio della Penisola che sardo.
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