Non risponde alle domande dei giudici Salah Abdeslam, unico superstite del gruppo di attentatori che ha colpito Parigi il 13 novembre 2015 .

Si è aperto oggi a Bruxelles il processo allo jihadista della strage che causò 130 morti nella capitale francese. Abdeslam è riuscito a sfuggire alle autorità francesi, ma è stato arrestato a Bruxelles il 18 marzo 2016, pochi giorni prima degli attentati che colpirono la capitale belga. Attentati a cui lui avrebbe voluto partecipare.

Dopo l'arresto è stato estradato in Francia ed è recluso in un carcere alla periferia di Parigi.

Nel processo Abdeslam è chiamato a rispondere della sparatoria con la polizia belga che pose fine alla sua fuga. L'accusa ha chiesto una condanna a 20 anni di carcere

"Giudicatemi, fate di me ciò che volete, non ho paura di voi e dei vostri alleati. Ripongo la mia fiducia in Allah: questo è tutto, non ho altro da dire", ha dichiarato.

"Il mio silenzio - ha aggiunto - non fa di me né un criminale né un colpevole, è la mia difesa. Vorrei che ci si basasse su prove scientifiche e tangibili, e non sull'ostentazione o su ciò che pensa l'opinione pubblica".

Più volte la presidente del Tribunale ha tentato di farlo parlare, gli ha garantito che i suoi diritti saranno rispettati: "Perché siete qui? Le diamo l'occasione di parlare", gli ha detto.

"Sono qui perché mi hanno chiesto di venire, e io l'ho fatto. Sono l'attore principale del processo, mi accusano ed io sono qui: i musulmani sono giudicati e minacciati nei peggiori modi, senza pietà. Per noi non esiste la presunzione d'innocenza", ha concluso, in un'aula di Tribunale che il super-terrorista sembra aver tutta l'intenzione di voler trasformare nel teatro del suo personale show contro l'Occidente.

(Unioneonline/L)

LA LETTERA TESTAMENTO DI ABDESLAM:

L'ATTENTATO DI PARIGI:

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