Circa 70mila persone in Sardegna hanno avuto una diagnosi di tumore, mentre sono 9mila i nuovi casi di cancro registrati nell'Isola nel 2017.

Ancora, secondo gli ultimi dati Istat, sono 4.847 i decessi per tumore.

Sono i numeri forniti nel corso della presentazione di una delibera della giunta Pigliaru finalizzata a riorganizzare la rete di assistenza oncologica regionale.

"La riforma ospedaliera approvata a ottobre - ha ricordato l'assessore Luigi Arru, che ha presenziato all'incontro assieme agli oncologi Daniele Farci e Mario Scartozzi, del Coordinamento della Rete oncologica - definisce di interesse strategico la rete dell'oncologia, che si configura come una disciplina che abbraccia sia le aree territoriali, sia quelle specialistiche ospedaliere che di ricerca. Come certificato anche dall'ultimo Programma nazionale Esiti, c'è troppa frammentazione nella risposta al paziente oncologico e una distribuzione dei servizi non omogenea".

Dal canto proprio, Farci e Scartozzi hanno sottolineato come le reti, in altre realtà nazionali, abbiano favorito la gestione del paziente oncologico e il raggiungimento di risultati positivi sul fronte della prevenzione e della cura dei tumori.

Al Coordinamento è dunque affidato il compito di individuare percorsi che favoriscano la collaborazione e la sinergia tra i professionisti, la diffusione di conoscenze e la condivisione collegiale di protocolli di cura.

"L'obiettivo - è stato spiegato - è assicurare al paziente una presa in carico totale e sul territorio: secondo la complessità del caso e il tipo di tumore, verrà indirizzato ad uno dei centri di riferimento regionale, i trattamenti successivi dovranno essere seguiti a livello territoriale e, laddove possibile, secondo il principio della prossimità".

Compito dei componenti del Coordinamento sarà quello di identificare i centri di riferimento per le principali patologie oncologiche, sulla base dei volumi minimi di attività; definire i percorsi di cura multidisciplinare e multi-professionale nell'ambito della continuità di cura tra ospedale e territorio; infine, sviluppare sistemi di verifica per il monitoraggio dell'appropriatezza dei percorsi di cura e del trattamento oncologico.

(Unioneonline/l.f.)
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