Il Senato polacco ha approvato la controversa legge sull'Olocausto che fa infuriare Israele.

Il provvedimento, già votato anche alla Camera, ora necessita della sola firma presidenziale: Andrzej Duda ha 21 giorni di tempo e, stando alle sue dichiarazioni, ha tutta l'intenzione di ratificare il voto parlamentare.

Prevede una pena massima di tre anni per chiunque - polacco o straniero che sia - accusi Varsavia di complicità con i crimini nazisti o parli dei campi di sterminio nazisti definendoli polacchi.

La legge, fortemente voluta da Diritto e Giustizia, il partito di destra al governo, mira a difende l'immagine del Paese all'estero.

Una norma che non piace a Israele e agli Usa. Per Tel Aviv si tratta di un tentativo di negare il coinvolgimento polacco nello sterminio degli ebrei. Washington è "preoccupata" che il provvedimento possa "minare la libertà di parola e il dibattito accademico".

E dopo il voto di questa notte non si è fatta attendere la replica di Israele: "Non lasceremo che questa decisione passi senza reazioni: l'antisemitismo polacco ha alimentato l'Olocausto, e questa è una legge negazionista", ha detto il ministro Yoav Gallant.

La Polonia fu occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, e perse sei milioni dei suoi cittadini, la metà dei quali erano ebrei. Nella Polonia occupata aiutare gli ebrei, anche offrir loro un bicchiere d'acqua, era un reato punito con la morte.

Molti i campi di concentramento messi in piedi dai tedeschi in terra polacca, tra questi il più famoso, quello di Auschwitz. E tuttavia Varsavia chiede sempre correzioni quando alcuni politici o media internazionali definiscono "polacchi" alcuni campi di sterminio.

(Unioneonline/L)
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