Non agiscono mai da soli, la loro forza è nel branco.

Sono giovanissimi, quasi sempre minorenni, e di solito prendono di mira i coetanei. Usano coltelli e tirapugni, ma molto spesso anche le mani.

Colpiscono a scopo rapina, e anche senza apparente motivo. O per banali pretesti: uno sguardo di troppo, una sigaretta rifiutata, un rimprovero.

Sono i giovani violenti che stanno terrorizzando Napoli, tanto da costringere Minniti a inviare 100 agenti destinati a presidiare le zone frequentate dai ragazzi.

Non che le baby gang manchino al Nord - a Milano e Torino ad esempio - e alcuni episodi si sono verificati anche in Sardegna, ma su Napoli si sono accesi i riflettori dei media dopo gli ultimi casi.

Prima Arturo, 17 anni, accoltellato alla gola lo scorso dicembre. Ha rischiato di morire, ma ce l'ha fatta.

Il 12 gennaio è toccato a Gaetano, 15 anni, brutalmente pestato alla stazione metropolitana di Chiaiano. Il ragazzino non ha più la milza, e proprio oggi la polizia ha dato esecuzione a nove misure cautelari nei confronti di altrettanti minorenni.

Quindi Ciro, 16 anni. Massacrato fuori dalla stazione Policlinico mentre stava rientrando a casa: prima lo hanno insultato, poi gli hanno rotto il naso, senza alcun motivo.

Non sempre si tratta di persone che vivono ai margini, in zone come Scampia o Secondigliano dove la violenza e il crimine sembrano le strade più facili da percorrere quando si è ragazzini. Ci sono anche persone di buona famiglia, ragazzini annoiati che vivono nella Napoli bene.

O al Nord. È recente la notizia di una signora picchiata a Torino da quattro minorenni - tra cui anche una ragazzina - perché aveva chiesto loro di smettere di bestemmiare.

Nel Milanese la scorsa estate si sono verificati alcuni episodi di pestaggio ai danni di omosessuali. Protagoniste, sempre gang di minorenni. Come quella che a Quarto Oggiaro, nella periferia del capoluogo lombardo aveva messo a segno 12 rapine in stile Arancia Meccanica, ovvero accanendosi con particolare sadismo sulle vittime.

Nell'Isola la scorsa estate se n'è parlato a Selargius, dove si sono verificate due aggressioni in poco tempo: una ai danni di un 14enne, l'altra contro un bimbo di 10 anni.

Ieri abbiamo pubblicato il video di studenti cagliaritani che organizzano risse in punti specifici della città tramite Whatsapp. La scorsa estate una baby gang si è resa protagonista di alcune aggressioni al Poetto.

E pensare di arginare il fenomeno con la sola repressione sarebbe come cercare di fermare le onde del mare con le mani.

Alla repressione devono andare di pari passo l'educazione, l'offerta, come dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando, percorsi alternativi che allontanino i minori dai contesti più difficili.

Ha parlato di "crisi delle famiglie, dei quartieri, dei corpi intermedi" il ministro, e ha avanzato la proposta dell'estensione del tempo pieno a scuola in tutte le aree degradate.

"Una rete di pre riformatori in grado di prevenire gli effetti del disagio sociale alla base delle baby gang".

(Unioneonline/L)

IL SERVIZIO DEL TG DI VIDEOLINA:

CAGLIARI, LE RISSE ORGANIZZATE SU WHATSAPP:

NAPOLI, IL PESTAGGIO A GAETANO:

TORINO, DONNA AGGREDITA DAI BULLI:

MILANO, LA BABY GANG DELLE RAPINE:

IL CASO A SELARGIUS:

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