Bechir Ben Mansour Kasraoui torna in Tunisia. Per il nordafricano ucciso venerdì scorso a Villasor, al culmine di una lite con un vicino di casa, è l'ora del ritorno a casa, nel feretro che lo accoglierà per l'ultimo viaggio verso il suo paese natale.

Il pubblico ministero Enrico Lussu, titolare delle indagini sul fatto di sangue avvenuto nel cortile di una delle palazzine dell'ex zuccherificio di Villasor, ha dato il via libera all'autorità consolare della Tunisia.

La salma di Kasraoui potrà quindi rientrare nella sua casa,che aveva lasciato più di vent'anni fa per stabilirsi a Villasor.

In quel caleidoscopio di umanità disperata che sono agli alloggi dell'ex zuccherificio, e che ha fatto venire i brividi a Mohamed Kasrouir, fratello di Bechir, che sabato scorso, a solo qualche ora dal dramma, ha preso visione del degrado che ha fatto da sfondo alla morte del fratello.

"Mio fratello, a luglio 2017, era stato espulso dall'Italia perché il suo permesso di soggiorno era scaduto, ma sul punto di partire è arrivato il rinnovo del visto, per motivi umanitari", aveva commentato Mohamed Kasraoui.

L'uomo, residente a Maracalagonis, era apparso sconcertato per la decisione: "A vedere dove era tornato a vivere si comprende quanta umanità ci fosse in quel foglio", aveva sospirato Mohamed davanti alla casa, e al sangue ancora fresco di Bechir.

Il rientro in patria del 49enne tunisino chiude, per ora, il triste capitolo aperto venerdì scorso dalle due coltellate inferte da Michele Viviani, vicino di casa della vittima, nel costato e nella spalla di Kasraoui. Un epilogo, drammatico, arrivato sembrerebbe dopo anni di contrasti tra il tunisino e Viviani.

Ignazio Pillosu

IL DELITTO:

© Riproduzione riservata