Le forze indipendentiste catalane hanno posticipato la seduta plenaria del parlamentino di Barcellona che oggi avrebbe dovuto conferire a Carles Puigdemont l'incarico di presidente della Generalitat.

Lo ha annunciato il presidente della Camera Roger Torrent, senza menzionare una nuova data: "La sessione è rinviata fino a quando non sarà garantita l'immunità a Puigdemont e la celebrazione di un'investitura sicura, con garanzie e senza interferenze", ha comunicato.

Una estenuante partita a scacchi che non arriva mai allo scacco matto, quella che ormai da mesi si gioca tra Madrid e Barcellona.

Puigdemont voleva un'investitura senza presentarsi in Parlamento, vorrebbe governare da Bruxelles: "Da lì posso farlo con le nuove tecnologie, dal carcere non potrei", aveva dichiarato.

Tuttavia lo scorso weekend è intervenuta la Corte Costituzionale spagnola, per avvertire che il leader indipendentista non può tornare al potere, "a meno che appaia in aula di persona, con precedente autorizzazione dei giudici".

Una cosa al momento impossibile, visto che Puigdemont, mettendo piede in Spagna, sarebbe immediatamente arrestato per ribellione, sedizione e uso improprio di fondi pubblici.

Così le forze indipendentiste hanno preferito rimandare, in attesa del ricorso presentato contro la sentenza della Corte Costituzionale.

"Lo Stato spagnolo sta mostrando uno dei suoi volti più oscuri", ha accusato Torrent, secondo cui Puigdemont "ha tutto il diritto di essere investito".

"Non accetteremo l'interferenza in un Parlamento democratico che ha il diritto e il dovere di dare l'incarico al proprio presidente", ha aggiunto.

Da Madrid il premier Mariano Rajoy ha avvisato Torrent, mettendolo in guardia dalle "responsabilità legali" che affronterebbe sfidando la decisione della Corte: "Spero non sia così, perché in Catalogna dobbiamo recuperare la normalità istituzionale, sociale ed economica", ha detto.

(Unioneonline/L)
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