Milano torna a sperare di poter diventare sede dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), dopo le notizie provenienti da Amsterdam, che aveva vinto l'assegnazione tramite un sorteggio lo scorso novembre, ma che non sarebbe ancora pronta a ospitare l'ente, a causa di ritardi nei lavori.

Il sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala ha reso noto di aver parlato con il premier italiano per convincerlo a fare ricorso alla Corte di giustizia europea: "Ho chiamato Gentiloni e gli ho detto: 'è il momento di essere aggressivi, facciamolo, proviamoci, fino in fondo', e da quello che mi ha detto, e senz’altro sarà così, oggi parte il ricorso".

"Siamo sinceri, le possibilità di una riassegnazione della sede a Milano non sono altissime, ma dobbiamo provarci", ha detto ancora il primo cittadino.

Secondo il sindaco, se dovessero riassegnare Ema "lo dovrebbero fare in tempi brevi perché noi dobbiamo preparare il Pirellone. È una questione tecnica. Ma è anche una questione politica, chiamo la politica italiana al massimo impegno per Milano e per il nostro Paese".

Ha poi accennato alle possibili "scorrettezze" della rivale per ottenere l'assegnazione: "Quando gli olandesi hanno fatto la loro proposta probabilmente erano consapevoli che non sarebbero stati pronti. Quindi non hanno giocato molto pulito", ha concluso Sala.

Dopo alcune ore fonti vicine a Palazzo Chigi hanno confermato che il governo italiano attraverso l'Avvocatura dello Stato ha presentato ricorso presso la Corte di giustizia europea, chiedendo di verificare se la scelta di Amsterdam non sia da considerarsi viziata da informazioni incomplete sulla sede dell'agenzia.

Intanto l'Olanda ha risposto alle parole di Sala, attraverso il ministro della Salute Bruno Bruins. "L'Olanda è orgogliosa di ospitare l'Ema. Abbiamo costruito la campagna su continuità e qualità. Il processo che ha portato alla decisione" sulla nuova sede, "è stato giusto e onesto".

Bruins ha poi aggiunto: "Stiamo facendo il massimo per assicurare un rapido trasferimento ad Amsterdam. Attueremo quanto previsto dall'offerta in stretta collaborazione con l'Ema, per assicurarne la continuità operativa".

LA REPLICA DELL'UE: "DECISIONE DEI 27" - La decisione sulla nuova sede dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) dopo la Brexit "è stata dei 27 Stati membri e non abbiamo niente da dire" a questo proposito. Con queste parole il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas ha commentato la notizia del ricorso italiano.

"Abbiamo fatto il nostro lavoro, producendo un'analisi legale di tutte le offerte ricevute in modo trasparente. Non abbiamo fatto shortlist o graduatorie, ma abbiamo fatto la nostra valutazione sulla base dei criteri decisi. E nessuno l'ha messa in dubbio", ha aggiunto.

(Unioneonline/F)

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