Nel mirino di un commando armato è finita la sede di Save The Children a Jalalabad City, in Afghanistan.

Un kamikaze, secondo una prima ricostruzione, si è fatto esplodere all'ingresso della struttura che ospita la ong, poi i complici sono riusciti a entrare.

Nel corso dell'assalto c'è stato uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza: il bilancio è di sei morti (tra cui tre dipendenti dell'ong) e 24 feriti.

Al termine dell'attacco sono stati liberati 45 membri dello staff di Save The Children.

Nella struttura si sono vissute scene di terrore e apprensione, anche per la presenza di una scuola privata, proprio accanto all'edificio.

I talebani hanno già dichiarato di non avere alcuna responsabilità in quanto accaduto: il portavoce Zabiulah Mujahid lo ha scritto su Twitter. Poche ore dopo, infatti, arriva la rivendicazione dell'Isis mediante l'agenzia Amaq: "Tre martiri hanno partecipato all'attacco contro le fondazioni britanniche e svedesi e le istituzioni governative afghane".

LE REAZIONI - "Siamo devastati dalla notizia dell'attacco all'ufficio di Save the Children nella città di Jalalabad - ha fatto sapere la ong, che ha deciso di sospendere temporaneamente ogni attività nel Paese - La nostra prima preoccupazione è la sicurezza del nostro staff".

"Siamo in attesa di ricevere ulteriori informazioni dal nostro team e, considerando che la situazione è ancora in fase di evoluzione, non siamo al momento in grado di fornire ulteriori informazioni".

"L'attacco terroristico contro Save the Children in Afghanistan è una grave violazione del diritto internazionale umanitario", hanno scritto in una nota congiunta l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e i commissari per le Crisi umanitarie e per lo Sviluppo Christos Stylianides e Neven Mimica.

"È un affronto all'umanità - si legge nel documento - e dimostra un palese disprezzo per il benessere e il futuro dei bambini afghani".

(Unioneonline/s.s-l.f.)

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