È la nuorese Luisanna Porcu la nuova segretaria dell'associazione nazionale D.i.Re, Donne in Rete contro la Violenza.

Psicologa e presidente dell'associazione Onda Rosa di Nuoro, da 23 anni si occupa dei diritti delle donne ed è stata nominata segretaria dell'associazione.

In Sardegna è stata la promotrice della legge regionale sui Centri Antiviolenza che garantisce la totale gratuità, riservatezza e anonimato a tutte le donne che scelgono di accedervi.

D.i.Re a livello nazionale si occupa di 80 centri Antiviolenza, che sono presenti in 18 regioni italiane, lavorando con governo, Istat e Consiglio Superiore della Magistratura per il rispetto dei diritti delle donne.

I numeri dicono che la violenza è un fenomeno ampio, strutturale, difficile da sradicare e ci dicono che è in gran parte violenza da partner o ex.

Sono infatti 20165 le donne che nel 2016 si sono rivolte ai Centri Antiviolenza D.i.Re, ben 330 nel solo centro nuorese.

Spesso la violenza viene anche da conoscenti, da amici, nei luoghi di lavoro e da estranei, e soprattutto è trasversale alle classi sociali.

Un fenomeno che, rispetto al passato, ultimamente sta acquisendo maggiore visibilità, ma l'associazione D.i.Re sottolinea che "non si può affrontare la violenza come fenomeno emergenziale e con misure securitarie e se oggi se ne riconosce l'origine di genere si deve proprio al movimento delle donne, al femminismo da cui traggono origine i Centri Antiviolenza, che hanno fatto emergere la violenza contro le donne e che hanno realizzato le Case Rifugio. Ed è proprio partendo da questa esperienza che è nata la consapevolezza che la storia di ciascuna donna riguarda tutte e ogni storia di violenza va al di là della singola persona che la subisce, perché si inserisce in un contesto che rende possibile l'esistenza della violenza sulle donne".

La violenza è quindi un problema culturale, un problema politico, una costruzione sociale. Sono stati fatti molti progressi nel contrasto e nella prevenzione, ma non basta.

Nel 2017 la Corte di Strasburgo ha condannato lo Stato Italiano, colpevole di non aver fatto abbastanza per proteggere la donna che aveva più volte denunciato i maltrattamenti su di lei e su suo figlio, poi ucciso dal padre.
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