Cinque persone sono state fermate con l'accusa di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, incendio, tutti commessi con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi.

L'operazione, denominata "Talea", è stata eseguita dalla Dda di Palermo, ed è stata portata avanti nei confronti degli affiliati ai mandamenti mafiosi di San Lorenzo (composto dall'omonima famiglia di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Cinisi e Carini) e Resuttana (di cui fanno parte famiglia di Resuttana e da quelle di Arenella e Acquasanta).

Dalle indagini è emerso che Giuseppe Biondino, 40 anni, figlio del boss mafioso Salvatore, autista e uomo di fiducia di Totò Riina, aveva la reggenza della famiglia San Lorenzo.

Con lui sono stati arrestati anche Salvatore Ariolo e il tunisino Ahmed Glaoui che appartengono rispettivamente alle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna Mondello. I carabinieri hanno anche documentato un'estorsione e due tentate estorsioni nei confronti di imprenditori e commercianti della zona, nelle quali è anche coinvolto Bartolomeo Mancuso

I militari, infine, hanno individuato il 38enne Francesco Lo Iacono come mandante di un incendio commesso la notte del 14 agosto 2015 nei confronti di un'attività commerciale di Partinico, per il quale erano già stati arrestati gli esecutori materiali.

Francesco Lo Iacono è nipote di Maurizio Lo Iacono, esponente di spicco del mandamento di Partinico, il cui omicidio, avvenuto il 4 ottobre 2005 a Partinico, era collegabile ai contrasti esistenti tra la sua famiglia e i Vitale. Contrasti nati per via della vicinanza dei primi al boss, all'epoca latitante, Bernardo Provenzano.

(Unioneonline/s.a.)
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