"L'unico Comune in Sardegna che rifiuta la stabilizzazione dei precari presso gli enti locali".

Lo denunciano i due lavoratori socialmente utili di Porto Torres che prestano servizio presso l'ente comunale dal 1995 e che attendono risposte dall'amministrazione comunale.

Nonostante il Piano triennale di incentivi varato dalla Giunta regionale che prevede, per favorire le stabilizzazioni nel comparto pubblico, la copertura del 100 per cento dei costi degli stipendi per tre anni e del 75 per cento per i successivi due, "il comune non intende integrarci per una scelta a noi incomprensibile», spiegano i due Lsu. A questo si aggiunge lo stop delle retribuzioni per il 2018 da parte del Comune "in attesa che arrivi il nulla osta dal Ministero che garantisca la copertura finanziaria degli stipendi degli Lsu per quest'anno come hanno comunicato dagli uffici comunali".

Ad escludere il percorso di stabilizzazione dei socialmente utili lo stesso assessore al Bilancio Domenico Vargiu che sottolinea come "nel fabbisogno dell'ente non sono previste figure professionali di categoria A di cui fanno parte gli Lsu".

Dichiarazioni fatte nonostante l'approvazione all'unanimità del consiglio comunale della mozione sulla stabilizzazione dei precari presentata dal consigliere Pd Massimo Cossu. E così l'agognata stabilizzazione che sembrava a portata di mano, sfuma nonostante i fondi di derivazione nazionale e regionale siano sufficienti. La spada di Damocle di un eterno precariato pende sulla testa degli Lsu, persone non più giovanissime che potrebbero andare incontro a evidenti problemi per rientrare nel circuito occupazionale. In più lo stipendio medio percepito- appena 700 euro al mese - rasenta la soglia minima concepibile. C'è di più, i precari dovranno essere tutti stabilizzati dal Comune entro il 2018 o rimarranno a casa senza lavoro.
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